Verità e giustizia per Giulio Regeni: la famiglia del giovane ricercatore ucciso in Egitto torna a Lecce

Verità e giustizia per Giulio Regeni: la famiglia del giovane ricercatore ucciso in Egitto torna a Lecce

Giovedì 12 ottobre alle 20:30 alle Officine Cantelmo di Lecce la serata d’apertura della decima edizione di Conversazioni sul futuro ospiterà un incontro per chiedere ancora una volta “Verità e giustizia per Giulio Regeni“. Al Festival torneranno i genitori del giovane ricercatore torturato e ucciso in Egitto nel 2016, Paola Deffendi e Claudio Regeni e l’avvocata della famiglia Alessandra Ballerini. All’incontro, moderato da Giuliano Foschini, giornalista della Repubblica, parteciperanno anche Alessandro Isoni (coordinatore del Corso di dottorato in “Human and Social Sciences” del Dipartimento di Scienze umane e sociali – intitolato “in ricordo di Giulio Regeni, ricercatore”), il giornalista Marino Sinibaldi e l’illustratore e scenografo Lorenzo Terranera.

Un incontro ancora più importante alla luce della svolta di queste ore. “Il processo sul sequestro, le torture e la morte di Giulio Regeni si dovrà tenere. Lo ha deciso la Corte costituzionale che ieri ha dichiarato “anticostituzionale” la norma che ha permesso, fino a questo momento, ai quattro imputati egiziani di sottrarsi al processo non comunicando i loro indirizzi. In questa maniera non era possibile notificare gli atti e, dunque, avevano stabilito la Corte di Assise di Roma e la Cassazione il processo non poteva cominciare”, racconta Giuliano Foschini su La Repubblica. “In attesa del deposito della sentenza – si legge in una nota inviata dall’ufficio comunicazione – la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che il giudice procede in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura definiti dall’art. 1, comma 1, della Convenzione di New York contro la tortura, quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, è impossibile avere la prova che quest’ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo, fatto salvo il diritto dell’imputato stesso a un nuovo processo in presenza per il riesame del merito della causa”. In sostanza, dice la Consulta, nei casi di tortura, quando lo Stato straniero non collabora, il processo si può tenere senza le notifiche. Era la teoria del gup di Roma che ha chiesto l’intervento della Corte.. “Le norme costituzionali che indicano le basi del giusto processo sono completamente pretermesse – aveva scritto – perché in mancanza di una disciplina che consenta di procedere in assenza dell’imputato quando il suo stato di appartenenza o di residenza non cooperi con il giudice terzo e imparziale, tutte le norme sul giusto processo sono rese vane svuotate di contenuto. Non vi è processo più ingiusto di quello che non si può instaurare per volontà di un’autorità di governo.… Perché ripugna al senso comune di giustizia che un fatto così grave non possa essere oggetto di un processo.” La decisione della Corte supplisce così per l’ennesima volta all’immobilismo della politica che, di fronte al muro di silenzio egiziano, quasi otto anni dopo continua a parlare di collaborazione egiziana.

L’appuntamento rientra nel programma della decima edizione del festival Conversazioni sul futuro che dal 12 al 15 ottobre ospiterà a Lecce incontri, presentazioni, monologhi, proiezioni, spettacoli e visite guidate. Promosso dal 2013 dall’associazione Diffondiamo idee di valore, con il coordinamento di Gabriella Morelli, in collaborazione con numerose realtà pubbliche e private, il festival prova a raccontare il mondo contemporaneo e le sue prospettive future, nelle sue innumerevoli sfaccettature, promuovendo sempre occasioni di confronto con pluralità di argomenti, linguaggi e punti di vista.

Info e programma www.conversazionisulfuturo.it

Condividi: