Tre giovani calciatrici fuggite dall’Afghanistan ospiti di Conversazioni sul futuro

Tre giovani calciatrici fuggite dall’Afghanistan ospiti di Conversazioni sul futuro

Giovedì 13 e venerdì 14 ottobre le calciatrici afghane Susan Khojasta, Fatema Nama Haidari, Maryam Mehrzad e l’allenatore Najibullah Nawrozi, accompagnate da Anna Meli della onlus toscana Cospe, saranno a Lecce ospiti del festival Conversazioni sul Futuro.

Nell’agosto 2021 le tre professioniste e l’allenatore della squadra femminile di Herat sono riuscite a fuggire dal regime taliban e, grazie all’evacuazione organizzata da Cospe, sono state accolte a Firenze. Il 14 settembre 2021, c’è stato anche l’abbraccio con la nazionale femminile italiana di calcio nel centro tecnico di Coverciano. Da oltre un anno, insieme all’allenatore, le tre ragazze stanno affrontando un percorso di inserimento sociale e – grazie al supporto di Assocalciatori, Associazione degli Allenatori e FIGC, si allenano in varie squadre, non dimenticando però i loro familiari, che hanno dovuto lasciare in Afghanistan e che anche a causa della loro fuga, sono oggi minacciati e costretti a nascondersi.

In particolare le giocatrici e l’allenatore, grazie alla collaborazione con Amnesty International Italia, e accompagnate da Anna Meli, saranno giovedì 13 alle 21 al Cinelab Giuseppe Bertolucci per la presentazione e proiezione del film “Hava, Maryam, Ayesha” della regista afghana Sahraa Karimi, presente in sala con Alessandra Cappellotto (ex ciclista e dirigente sportiva, Premio “Sport e diritti umani” di Amnesty International e Sport4Society) e Riccardo Noury (portavoce italiano di Amnesty International). Venerdì 14 in mattinata incontreranno le studentesse e gli studenti del Liceo Classico e Musicale Giuseppe Palmieri di Lecce mentre in serata dalle 21 al Convitto Palmieri parteciperanno alla presentazione del libro “Qatar 2022: i mondiali dello sfruttamento” di Riccardo Noury (Infinito) con Riccardo Cucchi, Maryam Al-Khawaja (in collegamento) e Annibale Gagliani.

Durante il regime dei taliban, dal 1996 al 2001, quando alle donne era perfino vietato andare a scuola o uscire di casa da sole, gli sport erano banditi per tutti. Dopo averli definiti “antislamici”, il regime oscurantista aveva deciso di utilizzare gli stadi per le esecuzioni pubbliche. Poi dal 2001, nel nuovo Afghanistan, gli impianti erano tornati alla loro funzione originaria e il calcio aveva cominciato a diffondersi anche tra le ragazze. Un fenomeno del tutto nuovo e in crescita: c’erano più di mille giocatrici registrate nelle federazioni attive in sei province del paese; c’era un campionato e anche una nazionale femminile che ha partecipato negli ultimi anni a qualche torneo internazionale. Con il ritorno dei talebani al potere, queste fortunate calciatrici – grazie all’impegno di COSPE – sono potute fuggire e venire in Italia, insieme ad altre sportive, pallavoliste, cicliste e altre attiviste, avvocate, insegnanti giunte in Italia e ora libere di studiare, giocare ed esprimere loro stesse.

Info e programma completo www.conversazionisulfuturo.it

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